LE PALLE DEL TORO

toro galleria vittorio emanuele
Toro in galleria Vittorio Emanuele II

 

Il pavimento della Galleria Vittorio Emanuele II

Quando si progettò la Galleria Vittorio Emanuele II si decise di decorare il suo pavimento con il simbolo della città di Milano, attorniato da quello di altre importanti città italiane come la lupa di Roma o il giglio di Firenze. Tra questi si scelse anche di realizzare un toro per rappresentare Torino.
Poco dopo il termine dei lavori si diffuse la diceria che quel toro, e in particolare i suoi grossi attributi, portasse fortuna. Per gli uomini alla ricerca di un po’ di fortuna divenne usanza fare alcuni giri tenendo il tacco della scarpa ben puntato sugli attributi dell’animale. Per le donne, invece, si diceva che l’organo del toro avesse poteri legati alla fertilità. Non era strano ai tempi vedere donne che lo accarezzavano con la mano o con il piede nudo. Tra le donne si diffuse anche l’usanza di sedercisi sopra, perché qualcuno aveva detto che in particolari frangenti poteva accadere che l’organi dell’animale si animasse di vita propria!
L’usanza divenne tanto diffusa tra i milanesi, e in seguito anche tra i turisti, che spesso si dovette a restaurare le parti consunte dal continuo sfregamento. Infine si decise di sostituire quella porzione di disegno con una semplice colata di ferro, più resistente all’usura. Oggi anche la colata è completamente consumata e al suo posto resta solamente un profondo buco conico.[1]

Curiosità: La costruzione della galleria Umberto I di Napoli fu ispirata dalla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano (edificata circa venti anni prima).
Sul pavimento, in corrispondenza della cupola, si trovano i mosaici raffiguranti i segni dello zodiaco realizzati ad opera della ditta veneziana, Padoan.


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[1] G.Margheriti, 1001 cose da vedere a Milano almeno una volta nella vita, Newton Compton, Roma, 2010 p. 569